Esg Efficienza energetica edifici: nuovi obiettivi della UE Marta Serpolla 12 December 2023 Sostenibilità Raggiunta l’intesa tra deputati e Presidenza del Consiglio UE per ridurre emissioni di gas e consumo energetico nell’edilizia entro il 2030. Ora la parola passa al Parlamento. Gli obiettivi UE In rapida evoluzione negli ultimi 15 anni, la legislazione in materia di efficienza energetica nell’edilizia ha fissato nel 2018 la riduzione del consumo annuo di energia del 32,5% entro il 2030, aumentato nel 2023 al 38% e poi al 40,5% sempre entro il 2030. Si era partiti nel 2012 fissando al 20% entro il 2020 la riduzione del consumo energetico. Gli obiettivi UE diventano quindi sempre più ambiziosi in un campo diventato una priorità assoluta. La prestazione energetica nell’edilizia La direttiva 2010/31/UE impone che ogni Stato membro disponga entro il 2050 di un parco immobiliare, pubblico e privato, ad alta efficienza energetica e decarbonizzato. Per gli edifici costruiti a partire dal 2021 viene introdotto il requisito di energia quasi zero. Nel 2021 arriva una ulteriore sterzata green: zero emissioni per tutti gli edifici dell’UE a partire dal 2030 e per tutti gli edifici pubblici di nuova costruzione a partire dal 2027. Nel 2022 la Direttiva è stata di nuovo modificata incentivando l’installazione di impianti solari sui tetti rafforzando così anche il sostegno all’energia solare negli edifici. Edilizia e inquinamento E’ uno dei settori di maggior preoccupazione. Secondo la Global Alliance for Building and Construction le costruzioni, i materiali e gli edifici del settore edilizio sono responsabili del 39% delle emissioni di anidride carbonica disperse nell’ambiente, del 36% del consumo globale di energia elettrica, del 50% per l’estrazione di materie prime e di 1/3 del consumo globale di acqua potabile. Un quadro allarmante per l’ambiente Si stima che entro il 2060 il patrimonio edilizio mondiale andrà a raddoppiare con le ovvie conseguenze sui consumi. Il mondo edilizio ha contribuito in modo significativo all’inquinamento e così deve diventare uno strumento di decarbonizazione dell’ambiente e di risparmio energetico senza ulteriori sconti o rinvii. Secondo il World Grenn Building Council, ente internazionale specializzato in bio-edilizia, la soluzione è l’edilizia circolare che privilegia riuso e riciclo, preferendo la ristrutturazione piuttosto che la demolizione o la costruzione ex novo. Piuttosto che consumare altro suolo o nuovi materiali e ancora energia o ossigeno, l’edilizia circolare si occupa di reinventare e dare nuova vita a ciò che è già stato costruito e esistente. La proposta Con l’accordo del 7.12.2023 tra eurodeputati e Consiglio UE si punta a nuovi piani per ridurre ancora consumo energetico e emissioni gas serra nel settore edilizio. Si punta a un settore climaticamente neutro entro il 2050. Come? Si prevede l’obbligo per gli Stati membri di ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030, entro lo stesso termine si prevede installare progressivamente impianti solari negli edifici non residenziali e pubblici nonché in tutti gli edifici nuovi residenziali. Caldaie a combustibili fossili dovranno essere progressivamente eliminate entro il 2040. Gli stati membri dovranno anche cessare di sovvenzionare le caldaie autonome a combustibili fossili a partire dal 2025 mentre saranno invece possibili incentivi per sistemi di riscaldamento ibridi come quelli che combinano caldaia con impianto solare termico o una pompa di calore. L’obiettivo è adottare misure per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento e di raffreddamento degli edifici. Unica eccezione per edifici agricoli e storici con possibilità degli Stati membri di introdurre altre deroghe per edifici di valore storico o architettonico, luoghi di culto e chiese. L’accordo raggiunto ora deve passare al vaglio del Consiglio e Parlamento UE e solo se approvato diventerà legge. I tempi comunque si dilatano al prossimo 2024.