Le Smart city del futuro saranno a prova di mobilità “dolce e attiva”

Le Smart city del futuro saranno a prova di mobilità “dolce e attiva”

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Un rapporto pubblicato dal Forum Internazionale dei Trasporti (ITF) sostiene la necessità di puntare sugli spostamenti a piedi e in bicicletta all’interno delle città di tutto il mondo. Ma questo scenario è ancora lontano dal concretizzarsi, soprattutto a causa di città poco inclusive, progettate per gli spostamenti in auto

Stiamo gradualmente andando verso una mobilità sempre più a misura d’uomo, specie all’interno delle città, i cui centri urbani sono ormai pensati per essere privi di auto.

Ma siamo certi che le città di tutto il mondo siano effettivamente “a misura d’uomo”?

Al netto delle differenze tra le città più all’avanguardia, come può essere l’attuale “proiezione” di New York, e quelle più povere e quindi in ritardo, in molte delle metropoli mondiali siamo ancora lontani dal raggiungimento di un livello accettabile per quanto riguarda gli spostamenti a piedi o in bici.

La “fotografia” del Forum Internazionale dei Trasporti (ITF)

Il rapporto pubblicato dal Forum Internazionale dei Trasporti, ITF (il Forum Internazionale dei Trasporti è un’organizzazione intergovernativa con 66 paesi membri), che analizza lo stato degli spostamenti a piedi e in bicicletta nelle città, restituisce una “fotografia” piuttosto fedele sullo stato attuale di questa tipologia di mobilità.

L’ITF agisce come un think tank per le politiche dei trasporti e organizza il Summit annuale dei ministri dei trasporti.

Si tratta dell’unico organismo globale che copre tutte le modalità di trasporto, politicamente autonomo e amministrativamente integrato con l’OCSE.

Nell’ultimo rapporto pubblicato viene sottolineata la necessità di migliorare la qualità della mobilità attiva come modalità di trasporto, abbandonando lo sviluppo incentrato sulle automobili.

Il rapporto approfondisce le discussioni degli esperti durante la tavola rotonda dell’ITF “Incrementare gli spostamenti a piedi e in bicicletta nelle città”, tenutasi a Parigi e virtualmente il 28-29 novembre 2022, che ha formulato consigli mirati ai responsabili politici nazionali e di altro tipo su come inquadrare ed attuare efficacemente misure pro-attive di mobilità.

Città a prova di mobilità attiva, ancora non ci siamo

Basandosi su un’ampia analisi della letteratura, il rapporto analizza i vantaggi della mobilità attiva, tra cui l’aumento dell’efficienza degli spostamenti e dell’accesso, il miglioramento della qualità e delle prestazioni ambientali, il maggiore piacere e la realizzazione della vita delle persone e l’equa distribuzione dei benefici.

Viene sottolineato che incoraggiare la mobilità attiva come modalità di trasporto va oltre la fornitura di infrastrutture, richiedendo di affrontare la questione in modo sistematico.

È necessaria la riorganizzazione del quadro di pianificazione urbana, che deve essere distante dall’approccio incentrato sull’automobile.

Il rapporto esamina anche il pregresso storico che ha portato al dominio delle automobili all’interno degli ambienti urbani, facendo luce sui pregiudizi normativi legati alle automobili.

Vengono poi elencate alcune raccomandazioni su come riorientare gli spazi della mobilità urbana per dare priorità agli spostamenti a piedi e in bicicletta, migliorando così la qualità, il piacere, la funzionalità e la sicurezza delle esperienze a piedi e in bicicletta.

Superare l’approccio auto-centrico

Gli investimenti nel settore dei trasporti hanno tradizionalmente privilegiato il trasporto attraverso l’auto.

Un approccio orientato all’inclusione può costituire la base per ridisegnare questi processi e aiutare a garantire che gli spostamenti attivi contribuiscano a città più sostenibili.

Diverse città del mondo stanno adottando questa tipologia di approccio.

È quindi necessario democratizzare lo spazio della mobilità per garantire che i cittadini possano viaggiare in modo più sicuro, sano e confortevole.

Gli attuali sistemi di mobilità moto-normativi nelle città, dove domina l’auto, dove tutte le alternative vengono relegate ai margini, hanno creato un ambiente di paura, limitando sistematicamente la mobilità di chi non può, o non vuole muoversi in auto.

Un sistema di mobilità più democratico consentirebbe quindi ai cittadini di spostarsi in più modi senza compromettere la sicurezza, la salute e il comfort.

Emiliano Ragoni